Un ruolo fondamentale per il recupero ed il reinserimento sociale dei detenuti
Il Volontariato è una di quelle poche realtà capaci di "vivere" in ogni ambito perché vuole e sa guardare il mondo a 360° con l'obiettivo di individuare fragilità per poi agire, con il "sogno" di contribuire all'affermazione di una società più equa, tendendo la mano a chi ne ha più bisogno.
Assumendo questo punto di vista risulta più facile comprendere il valore del volontariato carcerario e il suo ruolo di preziosissimo ponte tra dentro e fuori: un sostegno per le persone detenute e l'amministrazione penitenziaria.
La figura del volontario carcerario, che è nata negli anni '70 e si è sviluppata nell'ultimo decennio, gioca un ruolo fondamentale nel trattamento della persona detenuta, sia durante il periodo di detenzione che per il suo reinserimento nella vita sociale.
A dispetto della sua funzione nevralgica nell'ambito della società è spesso "dimenticato", e comunque poco conosciuto, ma di recente è tornato alla ribalta anche grazie alla famosa serie, record di ascolti, "Mare fuori" che ha riacceso i riflettori sul delicato tema delle carceri.
Il Volontariato carcerario è infatti una realtà ben radicata sul territorio di competenza del CSVAA e non poteva essere altrimenti dato che sono 3 gli istituti penitenziari presenti.
Ad operare all'interno di queste strutture sono due realtà di Volontariato, BETEL ODV nell'alessandrino e EFFATÀ nell'astigiano.
I progetti realizzati sia da BETEL sia da EFFATÀ sono molti ed eterogenei e per entrambe ha un ruolo prioritario la formazione.
"Il carcere non è un posto in cui chiunque può accedere", ci ricorda Maria Luisa Bagnadentro presidente di EFFATÀ "perché la burocrazia per accreditarsi all'ingresso è molto articolata. I volontari carcerari, inoltre, devono essere persone "selezionate" con maggiore attenzione, data la delicatezza del settore e tenendo conto del fatto che ancora oggi non è raro che venga visto con diffidenza, se non con ostilità, dall'opinione pubblica".
"Quest'anno abbiamo strutturato e proposto la quinta edizione di un corso di formazione per aspiranti volontari penitenziari", racconta Francesco Bombonato, presidente di BETEL ODV, "e lo abbiamo fatto in stretta collaborazione gli Istituti Penitenziari "Cantiello e Gaeta", l'Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Alessandria, il Garante per i detenuti, il SEAC, la CRVG, il Coordinamento AVP Piemonte e Valle d'Aosta, la Caritas Diocesana, le ACLI e le Cooperative. Un progetto di rete proprio perché il ruolo al quale viene chiamato non è meramente assistenziale ma attivo e molto complesso".
Al volontario carcerario, infatti, oggi viene riconosciuto il compito di cooperare al reinserimento sociale previsto dall' art. 27 della Costituzione, un ruolo che non è di supplenza e neppure di sostegno a ciò che non funziona nel sistema carcerario. Il volontariato penitenziario viene così ad agire in un'ottica più ampia e finalizzata, che si colloca nella linea legislativa, che riconosce al volontariato organizzato un ruolo attivo di partecipazione e stimolo alle Istituzioni e agli Enti Pubblici, un ruolo politico, dunque.
Tra le diverse attività proposte da EFFATÀ molto interessante è certamente "Gazzetta Dentro", il progetto editoriale attivato già da diversi anni all'interno della Casa di Reclusione di Asti. Si tratta di un giornale pubblicato con periodicità mensile con la finalità di essere un'opportunità di comunicazione all'interno, ma anche all'esterno del carcere. Uno strumento pensato per dare voce alle persone detenute e a chi opera nel e per il carcere, che raccolga storie, iniziative, riflessioni, offrendo un'immagine della realtà "dietro le sbarre" diversa da quella percepita e filtrata dai media tradizionali, per contribuire a promuovere una nuova cultura del e sul carcere. Il progetto si basa sul lavoro di una "Redazione", cui partecipano redattori "interni" e "esterni": un gruppo di lavoro integrato capace di sviluppare pensieri, integrare competenze e di crescere insieme.
"Casa Betel" tra i progetti dell'associazione alessandrina è sicuramente "un sogno realizzato".
Si tratta di due bilocali che BETEL mette a disposizione di detenuti, ex detenuti e loro famigliari: sono completamente arredati e confortevoli e possono ospitare sino a 9 persone. Casa Betel è diventata una realtà nel 2017, grazie ad progetto finanziato da Fondazione SociAL, e ad un lavoro di rete: partner del progetto sono l'Associazione Ex Allievi Salesiani di Alessandria che ha curato e cura la manutenzione dei bilocali e la Parrocchia di San Giuseppe Astigiano che collabora offrendo viveri e indumenti per gli ospiti maggiormente in difficoltà. Nel suo primo anno di vita, nel 2017, i pernottamenti sono stati 162 e due anni dopo, nel 2019, sono saliti a 370.
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