Recuperare, mettere in salvo, attraverso la realizzazione di percorsi di cittadinanza attiva che spaziano dall’intercettazione di merci recuperabili alla loro valorizzazione e distribuzione alle persone in difficoltà
Ci sono associazioni che nascono da un'idea e altre da una precisa esperienza vissuta in un preciso momento. L'Associazione SIE - Solidarietà Internazionale ed Emergenze appartiene a questa categoria.
Il "preciso momento" fu la fine della guerra Bosnia, nel 1996, quando un gruppo di persone scelsero di aggregarsi ad alcuni gruppi di volontari per intraprendere la prima esperienza in una terra ancora completamente segnata dal conflitto bellico. Nel 2001, dopo 5 anni di impegno, quell'esperienza portò alla nascita "ufficiale" dell'Associazione.
Da allora, pur mantenendo la "vocazione" di portare aiuto ovunque ci fossero situazioni di emergenza, il raggio di azione del SIE si è ampliato e dopo la Bosnia Erzegovina, dove sono stati innumerevoli i progetti affrontati e conclusi nel corso degli anni, i volontari hanno raggiunto il Kossovo e l'Eritrea, perseguendo con tenacia e non poche difficoltà la mission associativa.
I progetti attivati sono tanti ed eterogenei, dalla consegna diretta di materiali necessari, a iniziative di sviluppo agricolo, ma il punto di forza dell'impegno di SIE sono, da sempre, i sostegni economici a distanza.
Dopo avere guardato lontano, gli occhi attenti dell'Associazione si sono rivolti alla propria terra di origine, l'Italia, e poi ancora più vicino, la comunità locale in cui opera, con il progetto "Il recupero dell'anima", per rispondere ad un'emergenza che coinvolge in particolare le donne.
"Il recupero dell'anima" si inserisce in un percorso di volontariato effettuato dai volontari S.I.E per e con persone che versano in stato di indigenza segnalate da C.I.S.S.A.C.A - Consorzio Servizi Sociali Alessandria e da enti caritatevoli del territorio: tra queste, particolare attenzione viene riservata alle donne vittime di violenza e/o disagio sociale.
Le donne che subiscono maltrattamenti e violenze non solo fisiche, ma spesso soprattutto psicologiche, cominciano a perdere la propria autostima, il senso del sé, dell'efficacia personale e la propria identità, oltre a lamentare in molto casi instabilità emotiva ma anche paura e sfiducia verso gli altri e difficoltà relazionali. Diventa, pertanto, essenziale supportarle attraverso interventi volti al riappropriarsi della propria individualità verso l'esterno.
Il progetto agisce su questo aspetto, mirando a strutturare una presenza concreta sul territorio in modo che ogni donna in difficoltà possa impiegarsi in un percorso di cittadinanza attiva, possa riaffermarsi, sia con atti concreti che in modo simbolico, nel "rianimare" e ridare senso alla propria vita anche a partire dagli oggetti che altri hanno considerato inutili, non solo restituendovi una funzione ma anche redistribuendoli ad altre persone in difficoltà. Facendo degli oggetti preziosi strumenti di relazione.
"Recuperare: riprendere, riacquistare, ricevere ciò che era già stato in nostro possesso; raccogliere, mettere in salvo. Questo, in sintesi, è Il recupero dell'anima" afferma Francesca Bravi, presidente di SIE.
"Grazie all'esperienza dei volontari S.I.E, maturata nel corso degli anni in merito all'intercettazione di materiale fruibile da indigenti, e consapevoli dell'aumento di richieste di mobili, complementi d'arredo ed elettrodomestici" prosegue Francesca Bravi, "si è iniziato a ragionare con un approccio nuovo rispetto al tema delle isole ecologiche e della destinazione dei beni ancora utilizzabili prima della loro trasformazione in rifiuti".
Così nel 2018, a seguito dell'emanazione di un decreto legislativo sul "Riutilizzo dei prodotti e preparazione il riutilizzo dei rifiuti" è nata una collaborazione con AMV - Azienda Multiservizi Valenzana.
Le persone fragili seguite dal progetto vengono affiancate dai volontari S.I.E. e da personale AMV per selezionare, recuperare e catalogare i materiali riutilizzabili destinati allo smaltimento. Nelle attività i volontari si avvalgono dell'utilizzo di un mezzo adeguato alla movimentazione del materiale non ingombrante che dall'isola ecologica viene continuamente convogliato direttamente presso il domicilio delle famiglie segnalate.
Ad essere coinvolta nel progetto, infine, è anche tutta la comunità che contribuisce al raggiungimento degli obiettivi sia con la donazione di abiti e suppellettili, sia con l'acquisto tramite un'offerta economica sulla base di un valore minimo già prefissato. L'eventuale ricavato viene poi interamente devoluto al finanziamento dei progetti umanitari di SIE, in un circolo virtuoso che fa crescere la solidarietà.
"Indipendentemente dal fatto che qualcosa o qualcuno piaccia o meno, si impara il valore intrinseco di tutte le cose", ci tiene a sottolineare Francesca Bravi "Impariamo a dare attenzione e cura a noi stessi, agli altri e ai materiali; fuori dai giudizi.
Quando, riflettendo sul nostro progetto lo abbiamo definito "Il recupero dell'Anima", abbiamo voluto intendere che, in termini psicologici, esso implica l'impegno e l'azione di creare interventi e contesti capaci di promuovere consapevolezza negli individui coinvolti con l'obiettivo di recuperare, ripristinare, nuove e funzionali "relazioni oggettuali". Ciò equivale a ridare senso e significato non solo alle relazioni intra-personali ma anche interpersonali e alle relazioni tra le persone (donne, volontari, indigenti, operatori, cittadini) e gli oggetti, i beni materiali che verranno selezionati e distribuiti. Inserire una persona in disagio sociale in un contesto socio/professionale di questa portata, affiancata da specialisti, crea indiscutibilmente competenza, integrazione e incremento delle abilità di socializzazione, oltre a favorire l'acquisizione di capacità organizzative applicabili non solo in questo contesto ma anche in un percorso di autonomia nella vita quotidiana".
Info: www.sieonlus.org
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