Alessandria - L’emozione della bici anche per le persone con disabilità
Si è svolta lo scorso mese, nel cortile del Palazzo Comunale di Alessandria, la presentazione ufficiale del progetto Bike Trail Therapy, pensato e voluto da Carmelo Scalzo.
Bike Trail Therapy nasce dallo sviluppo di un'idea basata sul far combaciare quello che per Carmelo è un hobby, una passione, cioè la bicicletta così come i viaggi in bici ed i trail con la solidarietà: l'obiettivo è permettere alle persone con disabilità di provare l'indescrivibile emozione di "andare in bicicletta".
Come racconta lo stesso Carmelo Scalzi "Questo è stato il primo ingrediente che ha fatto scatenare diversi miei progetti ciclistici passati tra cui l'ultimo che è appunto il Bike Trail Therapy. Parlandone con il mio amico Gianluca Pagella ha preso vita questo progetto basato su di una cargo-bike. Da lì si è passati alla ricerca del tipo di cargo più adatto e idoneo al trasporto di persone anche con un certo tipo di disabilità. Abbiamo trovato questo tipo di kit giusto per la nostra esigenza. Un kit abbastanza economico, una grande versatilità, idoneo al trasporto persone (addirittura fino a 80 kg), e soprattutto adattabile a ogni tipo di bici anche senza particolari conoscenze meccaniche. Abbiamo scoperto, nel nostro percorso formativo, che i ragazzi che soffrono della sindrome dell'autismo spesso non possono andare in bici con le loro famiglie perché non hanno un mezzo dedicato. Ovvero, ci sono già dei mezzi particolari in base alle diverse problematiche, più o meno gravi, ma non sono accessibili a tutti, soprattutto in termini di costi".
L'obiettivo dell'iniziatica è far conoscere come primo approccio la bici, magari anche alcuni pezzi della bici stessa e poi portare i ragazzi con disabilità a fare una terapia: "fare magari un giretto intorno al luogo dove fanno la terapia stessa, per cercare di donare loro un po' di spensieratezza ed un sorriso. Se riusciremo in questo intento", conclude Scalzi "saremo forse più sorridenti noi di loro ed avremo centrato a pieno il nostro obiettivo. Quando poi il ragazzo ci conoscerà per bene e svilupperà una certa fiducia nei nostri confronti, allora potremo fare diverse gite ed escursioni anche con le famiglie e rendere ancora più inclusivo il nostro progetto. Piano piano, è tutto un divenire".
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